Pitture - Sito del Santuario di san Nicodemo di Mammola

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Pitture

Dipinti nella Chiesa
 



     Le prime quattro pitture che vediamo, entrando in chiesa, non hanno un riscontro nella storia del Santo che è stata pubblicata, nella taduzione di Domenico Minuto,  nel 2010 dalla Città del Sole di Reggio Cal.


Il cinghiale

       
La leggenda del cinghiale è illustrata da due dipinti

      Il primo è questo

Un enorme cinghiale balzò contro Nico- demo mostrando le sue zanne e tentando di assalirlo. Il monaco gli parlò con dolcezza e il cinghiale si tranquillizzò e grufolando, si avvicinò e per fargli festa gli leccò i piedi. Da quel giorno lo seguì dividendo con lui il pane e il cammino.
(Zavaglia Vincenzo, Vita del santo Padre nostro Nicodemo, Grottaferrata, 1960, pag 83)







   L'altro dipinto è questo

Nicodemo regala il cinghiale a un benefattore del monastero perché preparasse un lauto banchetto nel giorno delle noz- ze della figlia. Il dono valse a santificare e immortalare quella festa nuziale, ma secondo la tradizione, dice l'autore, raccolte le ossa, con un segno di croce, Nicodemo lo fece rivivere. E così riebbe il fedele compagno delle sue peregrinazioni.






Il Santo salva Mammola dai Saraceni

La protezione del Santo dai Saraceni è leggendaria.

Durante le incursioni dei Mori, tra il 986 e il 988, tutta la costa Jonica fu ancora una volta razziata …
Dalla Cronaca greca Vaticana, da Lupo Protospata, da Romualdo Salernitano e da altri storici, non si trovano accenni riferibili alla sorte di Mammola. Qui, ancora oggi, il popolo racconta che la cittadina non venne toccata, perché gli Agareni, appena giunti alle porte della città, videro su un’altura un monaco con un bastone alzato, circondato da una luce accecante.
Abbacinati e intimoriti dalla visione, i predatori, invece di entrare nella città, si ritirarono verso il mare senza più voltarsi indietro.
(Giovanni Mobilia, L’umile Nicodemo …, Maropati, 2008,  pag. 77)



Il Vasaio

Nicodemo, un giorno incontrò un vasaio con un asino carico di stoviglie di creta e, per provare la sensibilità del suo cuore, chiese il più piccolo pentolino, ma quegli rispose che darebbe l’anima al diavolo, che una pentola a un vagabondo e, sghignazzando, proseguì il cammino dietro al suo asino.
A pochi passi di distanza l’asino incespicò e cadde nel burrone. Nicodemo, vedendolo disperato, cercò di tranquillizzarlo dicendo che si era rotto solo quel pentolino che gli aveva chiesto. Quando poi, il vasaio sentì il raglio dell’asino, meravigliato, s’inginocchio per chiedergli scusa pregandolo di fermarsi per prendere quello che voleva, ma il monaco lo ringraziò e scomparve nella boscaglia.
(Zavaglia Vincenzo, Vita del santo Padre nostro Nicodemo, Grottaferrata, 1960, pag. 83)


Altri Dipinti






 
 
 
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