San Nicodemo, monaco di Calabria, è originario di Sikròs
Lo studio di fonti mette in luce come spesso, nel passato, errate interpretazioni o affermazioni approssimative, abbiano indotto molti studiosi in errori che si sono tramandati nel tempo, condizionando una più autentica lettura della storia. È necessario poter andare oltre quegli elementi che la pietà popolare ha introdotto nel corso dei secoli narrando fatti tramandati, spesso oralmente, la gran parte dei quali amplificati o minimizzati dalla spinta emozionale. Ogni opera ha il suo tempo adatto, dice il sapiente Salomone. Ciò che si compie fuori tempo non solo non ha efficacia, ma addirittura riesce riprovevole; di conseguenza, invece, è assai chiaro che qualunque cosa buona collocata nel suo proprio ambito, sia utile. Inizia così il Sermone sulla vita del santo padre nostro Nicodemo ad opera dell’umile monaco Nilo. Forse questo, quindi, è il tempo adatto per tributare giusto onore al Santo Padre Nicodemo, è questo il tempo attraverso cui la terra di Calabria si accomodi, con gratitudine e ossequio, a porgere dovuto tributo a un suo figlio che, come genuino germoglio ha saputo rendersi fecondo in spirito, alto in virtù umana, protettore dei giusti, amorevole verso quanti di lui, già in vita, riconoscendone prodigi, potenza e carità, lo hanno venerato.
Di S. Nicodemo, la vita è conosciuta grazie al Sermone sulla vita del santo padre nostro Nicodemo ad opera dell’umile monaco Nilo, composto in greco nel XII secolo. Fu trascritto nel 1307 da un monaco siculo-greco del Monastero del SS. Salvatore di Messina, di nome Daniele. La copia originale, quella scritta dal monaco Nilo, è andata perduta, la trascrizione del monaco Daniele è conservata nel Codice Messinese presso la Biblioteca Universitaria di Messina. Circa il tema del luogo di nascita di S. Nicodemo, vi è un documento prezioso -atto del notaio Giuseppe Fortuna del 14 gennaio 1696-, che si trova nell'Archivio di Stato di Catanzaro, da fogli 1-2v del relativo protocollo. D. Carlo Francesco Spinelli, Principe di Tarsia e Marchese di Cirò, avanti al notaio, al regio giudice e ai testimoni, presenta una reliquia, cioè una mascella con due molari del Corpo di S. Nicodemo, che visse nella terra di Mammola. Allegata al documento notarile è la lettera autografa del Padre Apollinare Agresta, Abate Generale Basiliano, diretta a D. Carlo Francesco Spinelli. Segue, l’esposto del sindaco dei nobili di Cirò, diretto a D. Francesco Verchio, vicario generale della diocesi di Umbriatico, a quel tempo dimorante nel palazzo vescovile di Cirò. Il vicario diocesano, visti gli attestati sull'autenticità della reliquia prelevata dal Corpo di S. Nicodemo, in data 14 gennaio 1696, concede il suo beneplacito su quanto sopra richiesto dal sindaco. E, come risulta dal documento, la proclamazione di San Nicodemo a Patrono e Protettore di Cirò, risale al 14 gennaio 1696.
Dal documento notarile, risulta chiaramente che il popolo di Cirò volle proclamare S. Nicodemo suo Patrono e Protettore proprio perché convinto che fosse suo concittadino. Per cui si può dedurre che il popolo stesso non era a conoscenza di questo dato della cittadinanza almeno fino al 1663, anno in cui elesse S. Antonio di Padova a suo Protettore e, per giunta, dopo che nel 1634 aveva già eletto un altro Santo Patrono, cioè S. Francesco di Paola. Da dove si apprese che fosse nativo di Cirò? Dal libro di Agresta, Vita di S. Nicodemo Abbate dell’Ordine di S. Basilio Magno. Egli consultò l’originale del Logos. Nell'originale dell’antico manoscritto, Agresta lesse - e si legge anche nella copia dell’ateneo messinese - che S. Nicodemo nacque nelle Saline (en salinais), in un villaggio denominato Sikròs. Nel 1600 si sapeva che Cirò nel passato era detta Ipsycrò o Psycrò; si sapeva pure che non lontano da tale cittadina, esistevano le saline del fiume Neto. In questo stato di cose l'Agresta, in perfetta buona fede, fu indotto ad identificare Sikròs con Psycrò e le Saline del fiume Neto con le Saline menzionate nel Logos di S. Nicodemo. Nel 1954 Giuseppe Schirò tradusse dal greco e pubblicò la Vita di S. Luca, vescovo di Isola
Capo Rizzuto. A pg. 85 del testo, si legge: “Nella regione calabra delle Saline vi è un paese chiamato Melicuccà”, cioè la patria di S. Luca; quindi le Saline si trovavano nell'attuale provincia di Reggio Calabria, nel versante del mar Tirreno.
Ma perché si avesse piena convinzione dell’errore geografico commesso dall'Agresta, bisogna aspettare il 1962, anno in cui Giuseppe Rossi Taibbi pubblicò il testo greco del Bios di S. Elia il Giovane. L’autore dopo aver esaminato le varie fonti storiche in cui è menzionata la regione delle Saline, conclude che il territorio delle Saline corrispondeva al circondario di Palmi, per cui il villaggio di Sikròs, non può essere identificato con Cirò sul versante del mar Ionio. A fugare ogni residuo dubbio, giungono 47 pergamene greche del periodo 1050-1065, relative alla diocesi di Oppido, pubblicate dallo storico francese André Guillou nel 1972: in esse figurano cinque atti di donazione riguardanti beni situati nel villaggio di Sikròs, nella regione delle Saline; tale regione, in linea di massima, corrisponde all'area geografica - circondario di Palmi - proposta da Rossi Taibbi, come si può evincere dal confronto delle cartine geografiche pubblicate dai due studiosi. Da ciò deriva che S. Nicodemo è originario di Sikròs.
Rimando all'articolo* riguardo dettagli, la narrazione della sua vita, e i numerosi prodigi.
Va da sé che la preziosa potenza benedicente di S. Nicodemo continua a vegliare sul territorio di Cirò (KR), cittadina che si pregia e custodisce sua Reliquia Autentica. La presenza spirituale del Santo nel territorio di Cirò, valica ogni desiderio di arroccarsi a una tradizione che ha portato avanti un credo, in assoluta buona fede, ma che necessita di convertirsi al lavoro di attendibilità della storia, senza nulla togliere alla
devozione che semmai si arricchisce.
Prof.ssa Maria Francesca Carnea
Comunicazione e Spiritualità
Sociologia e Spiritualità della comunicazione politica
Coordinatrice Corso Scienza Politica e Spiritualità
Pontificio Ateneo Sant’Anselmo – Roma