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Quello di Caino e Abele è il primo delitto che si consuma sulla terra: il fratello uccide il fratello
(Genesi 4, 1-16).
Quando l’agire dell’uomo non è corretto, il suo volto è triste e il Signore lo richiama: “Perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti
forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta”. Questa è la condizione dell’uomo in lotta sempre con il peccato, ma il Signore fa notare ancora che se l’uomo agisce bene ha la vittoria sul peccato, lo può dominare.
Caino non agisce bene con Dio: gli presenta dei frutti della terra, ma non le primizie. Ostile a suo fratello, che offre a Dio i primogeniti del suo gregge, lo uccide. E così, invece che liberarsi di un rivale, si attira la maledizione di quel sangue che grida vendetta e che lo porta ad essere ramingo e fuggiasco sulla terra, come un maledetto.
Soggiogato dal peccato, Caino riconosce la sua colpa, ma la considera troppo grande per arrivare a chiedere perdono. Dio però non lo abbandona e gli garantisce la vita imponendogli un segno.





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